venerdì 14 dicembre 2007

Libertà ed ecologia

“Ho sempre pensato che ecologia fosse sinonimo di ecologia sociale e perciò ho sempre nutrito la convinzione che la stessa idea di dominare la natura derivi dalla dominazione dell'uomo sull'uomo, o dell'uomo sulla donna, del vecchio sul giovane, di un gruppo etnico su un altro, dello stato sulla società, della burocrazia sull'individuo, così come di una classe economica su un'altra e dei colonizzatori sui colonizzati. A mio avviso, l'ecologia sociale deve iniziare la lotta per la libertà non solo in fabbrica, ma anche nella famiglia; non solo nell'economia, ma anche nella psiche; non solo nelle condizioni materiali di vita, ma anche in quelle spirituali. … Finché durerà la gerarchia e finché la dominazione organizzerà l'umanità in un sistema elitario, l'obiettivo del dominio sulla natura non verrà mai abbandonato e condurrà inevitabilmente il pianeta all'estinzione ecologica.

L'ecologia è diventata una disciplina alla moda, direi quasi bizzarra, e la frivola popolarità di cui gode ha fatto nascere un nuovo tipo di maniaco dell'ambiente. Da una prospettiva e da un movimento che perlomeno facevano sperare nella possibilità di una lotta contro la gerarchia e la dominazione è nata una forma di ambientalismo fondato non sulla volontà di modificare le istituzioni, i rapporti sociali, le tecnologie e i valori esistenti, bensì sulla volontà di rabberciarli alla meglio. In questo senso uso il termine "ambientalismo" per significare un fenomeno in contrasto con l'ecologia, e in particolare con l'ecologia sociale. Mentre l'ecologia sociale mira all'eliminazione del concetto della dominazione dell'uomo sulla natura attraverso l'eliminazione della dominazione dell'uomo sull'uomo, l'ambientalismo è il riflesso di una sensibilità "strumentale" o tecnica, che considera la natura un semplice habitat passivo, un agglomerato di forze e di oggetti esterni, e si pone il fine di renderla più "utile" all'uomo, senza curarsi troppo di quale uso egli intenda farne. Di fatto, l'ambientalismo si riduce a mera ingegneria ambientale, e non affronta il problema cruciale della società in cui viviamo: la volontà dell'uomo di dominare la natura…”

“Bookchin, dando nuovo vigore e originalita' agli studi di Pëtr Kropotkin e Élisée Reclus sulla cooperativita' esistente in natura, propone un modello di società strutturata su basi ecologiche, antigerarchiche e sull'autogestione, da cui la definizione di Ecologia sociale (http://www.ecologiasociale.org/).
Egli colloca l'uomo all'interno del "tutto" (visione olistica dell'universo), eliminando ogni forma di antropocentrismo che caratterizza quasi tutte le discipline sociali e che ha favorito lo sviluppo del dominio, e dell'oppressione, dell'uomo sull'uomo e dell'uomo sulla natura .
Una visione ecologica della società permette di escludere ogni tipologia di sfruttamento e di dominio dell'uomo sull'uomo e dell'uomo sulla natura.”

“Non ha senso parlare di "gerarchia" in un ecosistema … Negli ecosistemi le formiche sono altrettanto importanti dei leoni e delle aquile; il riciclaggio di materiale organico che assicurano, dà loro un ruolo determinante al mantenimento della stabilità e dell'integrità di un'area.

… Natura regno della partecipazione a forme di vita interattive, feconde e creative, talmente caratterizzate dalla complementarità da porsi come terreno per un'etica di libertà piuttosto che di dominio.

Non sottolineerò mai abbastanza che la gerarchia sociale è un fenomeno istituzionale, non biologico

L'ecologia sociale rompe l'associazione tra ordine e gerarchia. Essa pone la questione se possiamo mai fare esperienza dell'"altro", non su basi gerarchiche, "da 1 a 10", con una continua accentuazione dell'"inferiore" e del "superiore", ma ecologicamente, a partire dalla varietà che favorisce l'unità dei fenomeni, arricchisce la totalità
Quando la natura può essere concepita o come uno spietato mercato competitivo, o come creativa e feconda comunità biotica, ci si aprono davanti due correnti di pensiero e di sensibilità radicalmente divergenti… Una porta ad un risultato finale totalitario e antinaturalistico: una società centralizzata, statica, tecnocratica, corporativa e repressiva. L'altra, ad un'alba sociale, libertaria ed ecologica, decentralizzata, senza Stato, collettiva ed emancipativa.”
Tratto da "The Modern Crisis", 1984 Agalev Edizioni in
in http://www.ecologiasociale.org/pg/bookchin.html

“…la scelta ecologistica non è incompatibile con la scelta socialista libertaria o di autogestione, anche se non si confonde con questa. Essa si situa a un altro livello più fondamentale: quello dei presupposti materiali extra-economici. Tali presupposti sono…di ordine tecnologico, perché la tecnica non è neutrale…senza la lotta per tecnologie differenti, la lotta per una società differente è vana…”
André Gorz, Sette tesi per cambiare la vita ed. Feltrinelli , Milano 1977

…Purtroppo a fare chiarezza su queste tematiche non giovano le tendenze mistiche presenti nella "rete bioregionale" organizzata da "AAM terra nuova" che fanno riferimento alla "ecologia profonda" teoria, quest'ultima, contrastata fin dal suo comparire in America da Murray Bookchin.

Bioregioni Bioregionalismo e Biopolitica
La redazione di ecologia sociale anno 2001
http://www.ecologiasociale.org/pg/bioregioni.html

“L'etica ecologista pur riaffermando la responsabilità umana verso la natura, e pur sottolineando il rapporto biunivoco tra azione umana ed ecosistemi naturali, rifiuta però, il ritorno alla natura inteso sia come prospettiva mitica, cioè come uno sfondo sul quale si stagliano le azioni ecologiste, sia come dimensione fideistica, l'uomo ecologico rischia di diventare una stortura ai comandi dell'ideologia; infine l'etica ecologica rifiuta quel mistificato ritorno alla natura attraverso l'imitazione di culture e valori tratti da altre epoche storiche o da altre società, considerando ciò una sterile nostalgia e soprattutto un forzato estraneamento alle difficili scelte da compiere in questi anni. Già André Gorz in Addio al proletariato mise in guardia gli ecologisti nel considerare la Natura, come un nuovo mito, come già nel passato furono sia il progresso economico che la classe operaia.”
“Il termine ecologismo appare per la prima volta nel saggio di
A. Gorz, Ecologie et liberté.”
Tratto da ECOLOGIA: DA SCIENZA EMPIRICA A NORMATIVA ETICA di Andrea Bramucci
http://web.tiscali.it/andreabramucci/articoli/teoria/artic3.htm


“ Il movimento ecologico offre due particolari spunti ideologici ai giovani comunitari: sottolinea l’importanza di un rapporto nuovo con la natura, in cui l’uomo è una componente del mondo naturale e non più un dominatore e mette quindi in rilievo la interdipendenza esistente tra natura e uomo e tra esseri umani…Questa coscienza ecologica nonostante le manipolazioni e le mistificazioni dell’ecologia ufficiale statunitense, è viva in numerose comuni americane, dove il tentativo di creare uno stile di vita alternativo si basa su una particolare attenzione a questo nuovo rapporto uomo-natura, che implica un diverso rapporto tra uomo e uomo.”
Donata e Grazia Francescano, Famiglie aperte: la comune, ed. Feltrinelli , Milano 1974

“L’ecologia sociale –riconsidera- l’intero concetto di dominazione, sia nei rapporti tra natura e società che nelle cosiddette «leggi naturali» e .«leggi sociali». Ciò che normalmente viene definito come «dominio» in natura, non è che una proiezione dei nostri organizzatissimi sistemi di controllo sociale sulle forme comportamentali proprie delle comunità animali…E’ vero : in natura esite la coercizione, ed anche il dolore e la sofferenza. Ma non la crudeltà .Non riusciamo ancora ad immaginare quanto le nostre più intime caratteristiche potrebbero espandersi se le vicende umane fossero realmente affrontate in modo etico, ecologico e razionale.”
Murray Bookchin “Per una società ecologica” , ed. Elèuthera , Milano 1989

Ecologia & Comunità , Laboratorio d&s
"Esiste sempre di più il pericolo che non ci si accorga della degradazione ambientale a cui stiamo volgendo e che si cerchino soluzioni tecniche o di gestione, o di semplice politica diversa delle risorse. Ci si chiede quanto disagio ecologico possiamo sopportare, ma la ricerca deve passare da ciò che profondamente desideriamo. L’ecologia deve essere nello stesso tempo mentale, sociale e ambientale o non sarà nulla, o comunque poco."Le tre ecologie", 1989
Felix Guattari "Le tre ecologie" , ed. Sonda, 1991 Traduttore: D'Este R.

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