mercoledì 23 gennaio 2008

Hippie / Drop City, Libre, Canion Community, Lama

COMUNITA': DROP CITY
http://www.thefarm.org/museum/dropcity.html

FONDATORI: Gene Bernofsky, Joann Bernofsky, Richard Kallweit e Clark Richert

LUOGO DI REALIZZAZIONE: COLORADO (U.S.A.)

POPOLAZIONE: 20 membri circa

ANNO DI REALIZZAZIONE: 1965 a causa del continuo flusso di visitatori la Comune chiude nel 1970

ORGANIZZAZIONE POLITICA: Comunismo Libertario

ORGANIZZAZIONE ECONOMICA: Comunità dei beni

ORGANIZZAZIONE SPAZIALE: nuovo significato dell'abitat, uso dello spazio flessibile su 7 acri

TIPOLOGIA : cupole geodesiche (vedi B.R. Fuller) costruite con materiale riciclato

Drop City, vicino a Trinidad, nel Colorado, ha visto i primi esperimenti sul campo di quelle forme di vita individuali basate sul principio del do-it-yourself, ovvero “fatelo da soli, con le vostre mani”. Dieci cupole e tetti di lastre di acciaio , alluminio e legno di mille colori sono stati eretti sull’ammasso dei detriti di una città mineraria abbandonata. Come si vede, già dall’area fabbricabile economica si incomincia a far buon uso degli scarti della società dei consumi. Il complesso delle cucine della comunità (6) è stato costruito con tetti di automobile comprati in un deposito di rottami a un prezzo variabile dai 15 ai 45 centesimi di dollaro. Questi tetti smaltati multicolori, grandi da 45 pollici (cm. 114,30) a 8 piedi (cm. 243,84), sono stati tolti dalle rispettive macchine a colpi di ascia. Gli elementi triangolari vennero poi ritagliati nella lamiera con una sega elettrica seguendo il profilo di una mascherina flessibile. In seguito un sistema più elaborato per tagliare il tetto delle macchine fu scoperto da un commerciante di rottami d’automobile, il quale fece uso di una sorta di apriscatole gigante, ricavato dalla molla di una balestra e mosso dall’azione di un martello da meccanico. Tagliato il triangolo, gli si perforavano e ripiegavano i bordi, un’operazione che richiedeva da 10 a 15 minuti. Dopo di che si procedeva a unire ai bordi i vari triangoli per mezzo di bulloni da ¼ di pollice, senza bisogno di strutture aggiuntive, il materiale isolante, che era già attaccato al tetto della macchina, serviva da isolamento interno della costruzione. I tentativi di unire i vari elementi con un lavoro di saldatura furono abbandonati perché il materiale isolante di bitume, infiammabile, andava distrutto, ci voleva più tempo e si procedeva una deformazione dei bordi dei triangoli. La forma geometrica del complesso corrisponde a tre dodecaedri intersecati, con un pavimento di 21 piedi di diametro e un’altezza di 10 piedi. Alle intersezioni, i dodecaedri venivano tagliati, con conseguente necessità di rappezzare gli spazi vuoti. Per poter unire le cupole in modo migliore, l’ideale sarebbe un angolo dietro di 120°, il quale permetterebbe appunto di eliminare gli spazi vuoti. L’intera costruzione, comprese le fondamenta di calcestruzzo, il pavimento di legno fatto con tavole recuperate e la chiusura esterna a tenuta stagna, viene a costare meno di 1000 dollari. Questa cifra va rapportata al costo di una normale unità residenziale a basso costo di dimensioni equivalenti, che probabilmente è dieci volte tanto. Un’altra costruzione di Drop City è un dodecaedro di 18 piedi (7). La struttura è formata da triangoli di 2 pollici per 4 con sopra inchiodati dei fogli di legno compensato. Per lì isolamento e l’impermeabilizzazione si è provveduto a coprire la costruzione con carta catramata alla quale è fissata, per mezzo di coperchi di bottiglia metallici, una rete da pollaio, che serve a sostenere una sotto-rifinitura di stucco. Lo stucco stesso è catramato e rifinito con lamine di alluminio colorate. Le finestre sono fatte con vetri di automobile recuperati. Una terza ampia costruzione di 24 piedi (8) segue lo stesso modello. Nel 1966 Buckminster Fuller ha assegnato il Premio Dymaxion a dell’edilizia strutturale a carattere economico. Oggi, quasi sette anni dopo l’inizio dell’esperimento di Drop City, strutture di vario genere sono state costituite da un capo all’altro degli Stati Uniti”. (op. cit. Wolf Gerischer_da lotus n 8 sett. 1974, pp. 186/187)
Memories of DROP CITY: The First Hippie Commune of the 1960s and the Summer of Love, A Memoir by John Curl



COMUNITÀ: LIBRE


LUOGO DI REALIZZAZIONE: fra le montagne del New mexico

POPOLAZIONE:

ANNO REALIZZAZIONE: 1974
ognuno ha aiutato gli altri nella costruzione dei rispettivi rifugi

ORGANIZZAZIONE POLITICA: cooperazione

ORGANIZZAZIONE ECONOMICA: servizi autogestiti

ORGANIZZAZIONE SPAZIALE: una delle strutture più interessanti è la struttura aperta
(fig 9 pag.187 Lotus n8)
“una delle costruzioni più importanti è l’ammasso di dodecaedri a struttura aperta. I tre spazi inferiori sono stati prolungati in maniera diversa e sono tagliati dal piano del pavimento. In cima ai tre spazi superiori, il quarto dodecaedro serve da loggia per dormire, il rifugio è fatto interamente di elementi di legno compensato, uniti da cerniere, gli angoli diedri sono di 120°. Le assi inchiodate al legno compensato servono da isolamento termico. Le giunture esterne sono catramate. Una vernice bianca resinica rende impermeabile la costruzione e riflette i raggi del sole. La loggia per dormire, la cui forma segue il modulo triangolare del pavimento, poggia su tre pilasti (fig 10) anche se si sarebbe potuto farla pendere dal tetto dodecaedrico, sfruttando così al massimo la resistenza strutturale del tetto.” (op. cit. Wolf Gerischer_da lotus n 8 sett. 1974, p. 187)
Rif. Dome 2; Spaced out;


COMUNITÀ: CANYON COMMUNITY
LUOGO DI REALIZZAZIONE: in un canyon a un’ora d’auto da San Francisco circondato da foreste di sequoie

POPOLAZIONE: 180

ANNO REALIZZAZIONE: anni ‘70

ORGANIZZAZIONE POLITICA: cooperazione/ non conformi alle regole della società dei consumi

ORGANIZZAZIONE ECONOMICA: servizi comuni

ORGANIZZAZIONE SPAZIALE:
“l’ubicazione, lontana dalla città e dalla vita suburbana…”

Serie di cupole emisferiche separate di legno compensato. Ciascuna di esse ha un diametro di 18 piedi ed è alta 15 piedi. Le cupole sono formate da pannelli di legno compensato di 5/16’’x7’x4’, uniti l’uno all’altro per mezzo di bulloni. Delle intelaiature triangolari di legno fra i pannelli di compensato fungono da stabilizzatori e da telai per le finestre.
Il legno compensato non ermetizzato è esposto al clima della California ormai da circa quattro anni senza denunciare nessun inconveniente. Una cupola emisferica di 24 piedi di diametro e 12 d’altezza è stata costruita in base allo stesso principio. Ogni pannello di compensato è unito ad ancore di ferro che sporgono dalle fondamenta di calcestruzzo. Il costo dei materiali da costruzione era il seguente:
30 pannelli di legno compensato, misura 7’x4’x3/8’’ $ 120
circa 600 bulloni $ 40
telaio per le porte e le finestre $ 45
vinile $ 20
calcestruzzo $ 25
$ 250
Un’altra cupola di 24 piedi di diametro è stata ingrandita in un secondo momento, mediante l’aggiunta di strutture annesse, in modo da creare un comodo spazio vitale. Questa cupola presenta molte caratteristiche innovative in fatto di progettazione, fra cui l’ubicazione della doccia che è una unità tutta a vetri situata in modo da poter godere del bellissimo ambiente naturale circostante.
Un’altra interessante cupola composta da pannelli di legno compensato sfrutta vantaggiosamente l’elasticità del materiale. 12 pannelli di compensato 12’x4’x3/8’’, vengono tagliati a cono verso l’estremità. Dopo averli fissati alla base in una linea circolare, i 12 pannelli vengono tirati su dall’alto con dei fili in tensione all’altezza del centro del pavimento e poi uniti per mezzo di bulloni a delle lamiere sottili. Un anello centrale fissato in cima mantiene la tensione. Vetri e telai del tipo usato nella costruzione delle automobili venivano poi inseriti in aperture praticate in un secondo momento. Sebbene le strutture con coperture di vinile siano le più economiche, nonché le più allettanti ai fini di un più stretto contatto con la natura, la loro durata non ha superato il periodo di un anno. I problemi posti dal caldo, dal freddo e dalla condensazione non sono ancora stati risolti in maniera soddisfacente. Soddisfacenti, invece, si sono rilevate le cupole tubolari intelaiate, dotate di “cuscini” d’aria sono fallite, a causa di problemi di tensione provocati dagli scarti di temperatura.
Per ragionamenti di carattere sia economico sia ecologico, è stato usato con buoni risultati del legno recuperato. Vecchie traversine ferroviarie e vecchie travi di legno di sequoia ricavate da stabili demoliti di San Francisco sono state usate per una costruzione di quattro piani eretta su uno dei ripidi versanti del canyon. Una sorta di tettoia paraboloide, fatta con tronchi d’albero allo stato naturale ricoperti da un legno compensato, serve a riparare dalla pioggia uno spazio nel quale poter dormire o cucinare. Il basamento, scavato nel pendio, è uno spazio chiuso in cui sono riposti attrezzi e provviste.
(op. cit. Wolf Gerischer_da lotus n 8 sett. 1974, p. 188)

COMUNITÀ: LAMA
LUOGO DI REALIZZAZIONE: New Mexico

POPOLAZIONE:

ANNO REALIZZAZIONE:

ORGANIZZAZIONE POLITICA: cooperazione

ORGANIZZAZIONE ECONOMICA: servizi comuni autogestiti

ORGANIZZAZIONE SPAZIALE: una delle strutture più interessanti è la struttura aperta
(fig 11,12,13, 14, 15 pag.187 Lotus n8)
“Le case dei singoli 11 e 12 si ammassano in un grande semicerchio intorno ai due edifici comunitari: la cucina 13 con la loggia da pranzo e la sala-ritrovo con la biblioteca 14 15. La cupola della sala-ritrovo è larga 46 piedi e alta 32; è fatta di legname da costruzione ricevuto in dono e poggia su mura di mattoni dissecati al sole. Le varie intelaiature di legno sono fatte di travi di 4 pollici per 6. Ai margini, le travi vengono tagliate con una sega munita di maschera guidalama per segare i giunti ad angolo, di modo che i moduli contigui si incontrano allo stesso angolo. Le strutture di legno vengono montate, inchiodandole dopo averle appoggiate per terra, in modo da formare dei moduli rombici. Ogni modulo consiste di 8 triangoli. Esperimenti successivi hanno dimostrato che, unendo i vari elementi per mezzo di angoli di ferro a forma di ruota o pioli, il lavoro sarebbe stato più semplice e il risultato più elegante.” (op. cit. Wolf Gerischer_da lotus n 8 sett. 1974, pp. 186/187)

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